La conoscenza è ereditata dalla serratura dell'idea ottenuta dall'esperienza.
Gli antropologi, così come i nostri antenati, hanno sempre dovuto e devono escogitare nuovi modi di ricerca. Quelli che alcuni chiamano "nuovi metodi etnografici". Non c'è antropologia senza ricerca empirica: l’empirismo, eventi, eventi, parole, testi, aromi, sapori, colori, tutto ciò che tocca i nostri sensi, è il materiale che analizziamo e che, per noi, non sono solo dati raccolti, ma interrogativi, fonti di rinnovamento. Non sono "fatti sociali" ma "fatti etnografici. I metodi (etnografici) possono e saranno sempre nuovi, ma la loro natura viene derivata da chi o cosa si vuole proporre all'analisi, ed è antica quanto la nostra evoluzione.
Siamo tutti inventori, innovatori. L'antropologia è il risultato di una
ricombinazione intellettuale permanente. sempre pronta a riconfigurare le domande iniziali e
formularne altre, in modo creativo e audace.
La prospettiva
è il risultato dell'implosione dell’etnografia che scuote i nostri stili di
vita e le nostre idee di esistenza; disturba la nostra fede moderna nella
referenzialità dei sensi e impone una riflessione sulla molteplicità dei modi
di vita.
Etnografica del buon senso, compreso il buon
senso accademico. Categorie che distinguono domini sigillati in molteplici
visioni individuali e collettive come la storia, la geografia, la politica, la
religione, il territorio, la legge, la burocrazia, la struttura sociale di
contesto, conoscere un'altra società e altro gruppo sconosciuto. Così poter mettere
da parte l'opposizione tra teoria e empirismo, perché, rivedendo (o rileggendo) nello
scorrere del fattore tempo spazio momenti lontani, e attualmente molto lontani, l’accademia del tempo insegna, dal passato, dal
presente, e visiona ipotesi possibili/probabili del futuro, possibili e impossibili, il limite. Percepiamo così che anche la
storia dell'Antropologia rappresenta la fonte teorica attraverso le monografie
lasciate dai nostri predecessori ma anche dalle
azioni attuali di circostanza influenti, marginali o non marginali estrapolalandole dal contesto globale trasversale (nd.r: effetto ragnatela) dell’informazione e disinformazione (es.).
“il modo di
essere o di agire di certi uomini pone problemi ad altri uomini, ci sarà sempre
spazio per una riflessione su quelle differenze, una riflessione che, in un
continuo modo rinnovato, apparterrà al dominio dell'antropologia ", Lévi-Strauss
(1962, 26) “Antropologia in pericolo di morte?”, Pubblicato sul
Corriere dell'Unesco del novembre 1961, dal titolo “Crisi attuale
dell'antropologia”.