Gli ombrelli di troppo.
Le Olimpiadi si sono aperte in uno spettacolo di equilibrio ... senza ombrello per i molti e con reggi o porta ombrella peri gli “eletti”. Sottolineare le differenze evidenzia le differenze, non tutti arrivano tra i primi e anche i primi che giungono, ad avere l’ombrella ripercorrono sempre le stesse storie, favole al consumo globale generalista, di eco classificazione ridondante della capacita del seguito.
Seguito nel quale si sono recepite le diverti emozioni la felicità ed esaltazione tra i partecipanti presenti, mentre il pubblico pagante assopito nel vivere riflesso ha ammirato.
La cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi 2024 ha messo in scena un paradosso: mentre la maggior parte degli spettatori si è bagnata sotto la pioggia, pochi privilegiati sono stati protetti da ombrelli. Così anche nel mondo dello sport, i privilegi contano più del merito.
Lo spettacolo, ripetitivo e autocelebrativo, ha offerto
un'esperienza immersiva ai pochi eletti, mentre il pubblico ha assistito a un
evento mediatico standardizzato, un prodotto confezionato per il consumo di
massa, Si è così svelata una verità scomoda: l'uguaglianza, tanto decantata
negli ideali olimpici, è un miraggio. Dietro il fasto e lo sfarzo, si nasconde
un mondo diviso, dove le opportunità sono distribuite in modo iniquo. Ci
chiediamo allora: fino a che punto lo sport, che dovrebbe unire i popoli,
riflette le disuguaglianze della nostra società? E quale ruolo dobbiamo
assumere, come spettatori e come cittadini, per costruire un futuro più giusto
ed equo?
L’equilibrio dello spettacolo in certi momenti è stato ridondante mentre le passerelle sfilata indugiavano nell’immagine, con la sfilata su passerella sul ponte e la sfilata sulla Senna trasformata in passerella. Uno dei tanti e poco riconosciuti momenti di riflesso comportamentale associato alla sensibilità individuale culturale, a volte specchio immaginato della storia. Passerelle, moltiplicate all'infinito, diventate un simbolo di una società che si rifugia nell'apparenza e nella ripetizione. Un riflesso di un'epoca in cui l'originalità viene sacrificata sull'altare della standardizzazione. Ogni passerella, con la sua posa studiata e il suo sorriso perfetto, sembrava incarnare un ideale di bellezza artificiale e distante dalla realtà
Anche la comunicazione locale di questa mattina -Le Parisien – suggerisce “Valeva la pena
guardare l'evento da tutte le angolazioni.” … Ma oltre alle immagini
spettacolari, c'è molto di più da scoprire. Dietro il glamour e la mondanità,
si nascondono storie di persone, di passioni e di sogni. E poi c'è la storia,
con le sue ombre e le sue luci, che continua a influenzare il presente."
Soprattutto mancano
da analizzare quelle prospettive immaginate ma deluse dalla storia, come se a
volte la discussione si si fermata chiusa tra le mura di quell’aula della Sorbona
insieme al modo enigmatico, misterioso: rispondere, sorridere giocondamente
mentre compariva sugli schermi enigmatica Gioconda del Louvre.
Piccoli fili intrecciati nella fantasia mentre il peso di Parigi nella stoia ricorda il 230 anniversario proprio oggi della caduta
e arresto di Maximilien de Robespierre il 9 Termidoro Anno II noto nel calendario
repubblicano francese l’attuale 27 luglio 1794, registra l'arresto di
Maximilien de Robespierre. Robespierre, uno dei principali artefici del Terrore
durante il quale migliaia di persone furono giustiziate con l'accusa di
tradimento e controrivoluzione. fu ghigliottinato il giorno
successivo, 28 luglio. .Questo evento pone fine al periodo.
Già anche
questo è amore secondo angolazioni e prospettive.
Ripercorrendo
l’immagine trasmessa ieri il superfluo è apparso dominante, mentre le più
prestigiose discoteche e spettacoli all’aperto si interessavano per gli effetti
luce presentati, e l’emblematica
mongolfiera non seguiva spinta nella follia del vento , ancorata e fissa
immutabile segno, nel bruciante cielo quai a significare l’immutabile stato delle
cose forse la fine della storia come se gli stendardi mancanti alla sfilata ci
ricordassero Robespierre. La mongolfiera, simbolo di ascesa e di conquista, è
rimasta prigioniera al suolo, un'allegoria della nostra società, incapace di
liberarsi dalle vecchie catene; di un presente immobile, incapace di
proiettarsi verso il futuro. La mongolfiera ancorata, come un fantasma del
passato, ci ha riportato alla mente le rivoluzioni mancate e le speranze
deluse. L'assenza degli stendardi, che un tempo guidavano le folle, sembrava
confermare l'idea che la storia si ripeta, condannandoci a rivivere sempre gli
stessi errori."
Dietro il
fasto e lo sfarzo della cerimonia, Parigi ci ha invitato a riflettere sulla
storia e sul suo peso. Le Olimpiadi, evento che dovrebbe celebrare l'unità e la
fratellanza tra i popoli, hanno invece messo in luce le divisioni e le
disuguaglianze della nostra società. E mentre la storia continua a scriversi,
ci chiediamo quale sarà il nostro ruolo e quale eredità lasceremo alle future
generazioni."
Anche nel
silenzio del primo strato appariscente Parigi ci ha fatti riflettere, poi òa
storia e quale storia apparirà.
-mm-