La scienza
convenzionale ritiene che l'evento avvenuto circa 650 milioni di anni fa abbia
dato origine alla vita complessa; tuttavia, la scoperta di un possibile
ecosistema nel bacino di Franceville, vicino al Gabon, mette in discussione
tale ipotesi.
a
la vita complessa sulla Terra potrebbe essere iniziata 1,5 miliardi di anni prima di quanto si pensasse
Gli ombrelli di troppo.
Gli ombrelli di troppo.
Le Olimpiadi si sono aperte in uno spettacolo di equilibrio ... senza ombrello per i molti e con reggi o porta ombrella peri gli “eletti”. Sottolineare le differenze evidenzia le differenze, non tutti arrivano tra i primi e anche i primi che giungono, ad avere l’ombrella ripercorrono sempre le stesse storie, favole al consumo globale generalista, di eco classificazione ridondante della capacita del seguito.
Seguito nel quale si sono recepite le diverti emozioni la felicità ed esaltazione tra i partecipanti presenti, mentre il pubblico pagante assopito nel vivere riflesso ha ammirato.
La cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi 2024 ha messo in scena un paradosso: mentre la maggior parte degli spettatori si è bagnata sotto la pioggia, pochi privilegiati sono stati protetti da ombrelli. Così anche nel mondo dello sport, i privilegi contano più del merito.
Lo spettacolo, ripetitivo e autocelebrativo, ha offerto
un'esperienza immersiva ai pochi eletti, mentre il pubblico ha assistito a un
evento mediatico standardizzato, un prodotto confezionato per il consumo di
massa, Si è così svelata una verità scomoda: l'uguaglianza, tanto decantata
negli ideali olimpici, è un miraggio. Dietro il fasto e lo sfarzo, si nasconde
un mondo diviso, dove le opportunità sono distribuite in modo iniquo. Ci
chiediamo allora: fino a che punto lo sport, che dovrebbe unire i popoli,
riflette le disuguaglianze della nostra società? E quale ruolo dobbiamo
assumere, come spettatori e come cittadini, per costruire un futuro più giusto
ed equo?
L’equilibrio dello spettacolo in certi momenti è stato ridondante mentre le passerelle sfilata indugiavano nell’immagine, con la sfilata su passerella sul ponte e la sfilata sulla Senna trasformata in passerella. Uno dei tanti e poco riconosciuti momenti di riflesso comportamentale associato alla sensibilità individuale culturale, a volte specchio immaginato della storia. Passerelle, moltiplicate all'infinito, diventate un simbolo di una società che si rifugia nell'apparenza e nella ripetizione. Un riflesso di un'epoca in cui l'originalità viene sacrificata sull'altare della standardizzazione. Ogni passerella, con la sua posa studiata e il suo sorriso perfetto, sembrava incarnare un ideale di bellezza artificiale e distante dalla realtà
Anche la comunicazione locale di questa mattina -Le Parisien – suggerisce “Valeva la pena
guardare l'evento da tutte le angolazioni.” … Ma oltre alle immagini
spettacolari, c'è molto di più da scoprire. Dietro il glamour e la mondanità,
si nascondono storie di persone, di passioni e di sogni. E poi c'è la storia,
con le sue ombre e le sue luci, che continua a influenzare il presente."
Soprattutto mancano
da analizzare quelle prospettive immaginate ma deluse dalla storia, come se a
volte la discussione si si fermata chiusa tra le mura di quell’aula della Sorbona
insieme al modo enigmatico, misterioso: rispondere, sorridere giocondamente
mentre compariva sugli schermi enigmatica Gioconda del Louvre.
Piccoli fili intrecciati nella fantasia mentre il peso di Parigi nella stoia ricorda il 230 anniversario proprio oggi della caduta
e arresto di Maximilien de Robespierre il 9 Termidoro Anno II noto nel calendario
repubblicano francese l’attuale 27 luglio 1794, registra l'arresto di
Maximilien de Robespierre. Robespierre, uno dei principali artefici del Terrore
durante il quale migliaia di persone furono giustiziate con l'accusa di
tradimento e controrivoluzione. fu ghigliottinato il giorno
successivo, 28 luglio. .Questo evento pone fine al periodo.
Già anche
questo è amore secondo angolazioni e prospettive.
Ripercorrendo
l’immagine trasmessa ieri il superfluo è apparso dominante, mentre le più
prestigiose discoteche e spettacoli all’aperto si interessavano per gli effetti
luce presentati, e l’emblematica
mongolfiera non seguiva spinta nella follia del vento , ancorata e fissa
immutabile segno, nel bruciante cielo quai a significare l’immutabile stato delle
cose forse la fine della storia come se gli stendardi mancanti alla sfilata ci
ricordassero Robespierre. La mongolfiera, simbolo di ascesa e di conquista, è
rimasta prigioniera al suolo, un'allegoria della nostra società, incapace di
liberarsi dalle vecchie catene; di un presente immobile, incapace di
proiettarsi verso il futuro. La mongolfiera ancorata, come un fantasma del
passato, ci ha riportato alla mente le rivoluzioni mancate e le speranze
deluse. L'assenza degli stendardi, che un tempo guidavano le folle, sembrava
confermare l'idea che la storia si ripeta, condannandoci a rivivere sempre gli
stessi errori."
Dietro il
fasto e lo sfarzo della cerimonia, Parigi ci ha invitato a riflettere sulla
storia e sul suo peso. Le Olimpiadi, evento che dovrebbe celebrare l'unità e la
fratellanza tra i popoli, hanno invece messo in luce le divisioni e le
disuguaglianze della nostra società. E mentre la storia continua a scriversi,
ci chiediamo quale sarà il nostro ruolo e quale eredità lasceremo alle future
generazioni."
Anche nel
silenzio del primo strato appariscente Parigi ci ha fatti riflettere, poi òa
storia e quale storia apparirà.
-mm-
Olimpiadi : Appunti dimenticati...
Olimpiadi : Appunti dimenticati...
Dietro l'esoscheletro scintillante di Kevin Piette si
cela una verità amara: mentre alcuni sfidano i limiti fisici grazie alla
tecnologia, altri rimangono prigionieri di barriere sociali impenetrabili.
L'immagine di un paraplegico che cammina miracolosamente serve a distogliere
l'attenzione dalle vere disabilità: la povertà, la precarietà e l'ingiustizia.
L'esoscheletro è l'ultimo giocattolo dei ricchi stolti un simbolo
dell'abisso che separa chi può permettersi di sognare un futuro migliore e chi
è costretto a lottare per sopravvivere. Mentre le aziende tecnologiche
promettono miracoli, le istituzioni continuano a perpetrare un sistema iniquo
che condanna milioni di persone alla marginalità.
È ora di smettere di credere alle favole della speranza e di affrontare la realtà con lucidità. La disobbedienza civile è l'unica arma a disposizione dei più deboli per sfidare un potere corrotto e oppressivo. Non dobbiamo accettare passivamente le briciole che ci vengono concesse, ma rivendicare con forza i nostri diritti negati da leggi kafkiane.
La tecnologia, se non accompagnata da una profonda trasformazione sociale, rischia di diventare uno strumento di ulteriore divisione e sfruttamento.Costruire un futuro in cui la solidarietà e l'uguaglianza l'evoluzione sociale culturale siano i valori fondanti, un futuro in cui nessuno sia lasciato indietro.
Quel che non fanno vedere dietro allo straordinario
esoscheletro che ha permesso al tennista paraplegico Kevin Piette di percorrere
a piedi il percorso della staffetta della torcia olimpica a Parigi questa
settimana ha risposto alle accuse secondo cui la sua invenzione high-tech sarebbe
"abilista".
L'ultimo esoscheletro personale sviluppato dalla società francese Wandercraft è stato presentato ufficialmente a New York a dicembre. L'esoscheletro alimentato a batteria sostiene le gambe dell'utente, consente di sedersi, stare in piedi, camminare, salire le scale e muoversi su terreni sconosciuti, ci pone davanti a paraleli tecnologici che in ogni momento affrontiamo cascenti eo incoscienti del attimo.
L’immagine trasmessa è ampia ma di speranza ma quale?
Mentre si intinge il futuro nella speranza di "rialzarsi in
piedi" le strutture sociali continuano a far genuflettere le persone più fragili
economicamente. Al? --- può semplice l'uomo rifiutarsi di pagare e valutare il debito, poichè è l’unica
via non violenta in sistemi dispotici predisposti per agevolare alcuni dei “loro” a discapito dei molti.
Strutture di superstizione da secoli sostengono attraverso i
loro sovrani e giullari la giusta ragione incognita schiavista del dividi e impera furbescamente
strutturata nelle più Kafkiane burocrazie, Come masse esaltiamo iil successo
tecnologico, che esso ben venga se accompagnato da una coscienza sociale di
emancipazione culturale non limitata al proprio mero interesse personale. Nei secoli
la comunicazione di massa assorda e impedisce una comunicazione aperta evolutiva, al fine di impedire la maturità cosciente e mantenere i privilegi
schiavistici del lavoro, supportati da così dette giustizie e d’interesse personale.
Una storia che manca è di un lieto fine, ma solo di egoismo e di
sfruttamento, mancando gi superare le favole della speranza dei sogni per un
futuro migliore partecipe,
-mm-
Ho brevettato la speranza infinita
breve racconto - Fantascienza della realtà:
Ho brevettato la speranza infinita.
Guardare il presente come se non fosse frutto del passato è agevolare
la mancanza di rispetto verso se stessi, mancanza di rispetto che viene imposta
dai poteri dominanti la gente semplice e comune.
Non possiamo cambiare il passato, ma possiamo scegliere come reagire ad esso. importante anche essere consapevoli di come i poteri dominanti possono usare la manipolazione del passato per mantenere il controllo.
Spesso, la narrazione del passato viene utilizzata per giustificare le disuguaglianze sociali o per legittimare l'oppressione. Lottare per un futuro migliore è una costante di vita, ma giunti al tramonto di essa la voglia di lottare si trasforma in rassegnazione, guardando l’impotenza attuale proiezione della impotente lotta del passato.
La voglia di lottare
instancabilmente può lasciare spazio ad una maggiore consapevolezza dei limiti
e ad un senso di rassegnazione di fronte alle difficoltà. La rassegnazione può
essere pericolosa, perché rischia di paralizzare l'azione. Mantenere viva la
speranza e la fiducia nel futuro, diventa impossibile o utopico anzi dà ragione
a quelli che della speranza ne hanno fatto un business per il loro interessi. Anche
nei momenti più difficili la speranza si dovrebbe basare sulla fede nell'ingegno, nella compassione e nella resilienza dello
spirito umano. ma questa diventa una costante assoluta, mentre l'uomo vive
pochi anni.
Brevetto Internazionale della Speranza" e "brevettare la speranza" sollevano questioni complesse e sfaccettate che riguardano la natura stessa della speranza, i diritti di proprietà intellettuale e il ruolo dell'innovazione nel promuovere il benessere umano. Sebbene brevettare la speranza possa sembrare un’interpretazione errata della natura della speranza, è necessario comprendere il ruolo della proprietà intellettuale nel promuovere l’innovazione tecnologica e lo sviluppo sociale.
Nei fatti storici già avvenuti la speranza sulla proprietà intellettuale e sul ruolo dell’innovazione nella promozione del benessere umano, l'idea di brevettare la speranza può sembrare cinica e distopica. La speranza è un'emozione umana fondamentale, una spinta intrinseca che ci motiva a superare le avversità e a perseguire i nostri sogni. Brevettarla significherebbe ridurla a una merce, a una risorsa esclusiva controllabile da pochi.
Questo in concreto già avviene attraverso
leggi e strutture burocratiche che donano e realizzano speranze per alcuni
sacrificando altri. La dominante è la speranza di far soldi, ma per realizzare questa
speranza necessitano dei fattoi esterni quali elementi necessari alla
realizzazione, tra cui il dominate storico è il lavoro, schiavismo e schiavitù
sono riprova storica . Questa pillola va indorata e qui subentra elementi di speranza
fantasiosi mai provati, manipolazione, soggezione psicologica, forza fisica
legalizzata dal potere, ecc. necessari
all’auso del lavoro.
Inoltre, la speranza è per sua natura contagiosa e collettiva. Si nutre di storie, di esperienze condivise e di lotte comuni per un futuro migliore. Brevettarla significherebbe frammentare e privatizzare questa forza motrice, ostacolandone il potere di trasformazione sociale. I
n effetti attualmente a conoscenza esistono 67
interpretazioni globali della speranza ognuna di esse conserva in sé quegli elementi
che tradizionalmente hanno gestito il
potere di facciata., mentre la relazione generale ritorna e si chiude su sé
stessa e la voglia di potere. Il brevetto comprende le 67 interpretazioni globali della
speranza riflettono la natura multiforme di questo concetto e il suo complesso
rapporto con il potere. Tutte ruotano attorno all’aspettativa e al
perseguimento di cambiamenti positivi nel futuro.
"Dovremmo" imparare a discernere tra una speranza autentica, che ci spinge ad agire per un bene comune, e una speranza illusoria, utilizzata per manipolarci e sfruttarci e oltre a possibili altre manipolazioni la possibilità è analizzare coerentemente il concreto il passato e da questo definire il futuro per la speranza autentica basata sui valori di giustizia, compassione e rispetto.
La questione è la giustizia e se essa debba essere sviluppata in relazione ad interessi di speranza economica superiorità di parte o equilibrata nel sociale globale. la realtà è spesso più complessa e le belle parole rischiano di rimanere tali se non si traducono in azioni concrete. Le leggi ingiuste difese con la forza del potere rappresentano un ostacolo significativo al raggiungimento di una vera giustizia.
La speranza è un'emozione preziosa, ma da sola non è sufficiente. Occorre tradurla in azioni concrete, impegnarsi per la giustizia e lottare costa tantissimo e generalmente questi costi li possono sopportare solo chi ha interesse a difendere il proprio patrimoni e potere escludendo così le fasce sociali fragile.
Una strada difficile per un mondo più equo e sostenibile per tutti, questa lotta ha un costo elevato, un costo che spesso solo chi ha potere e privilegi può permettersi di sopportare. Questo crea un circolo vizioso in cui le fasce più fragili della società vengono marginalizzate e private della possibilità di lottare per i propri diritti e per un futuro migliore, fondamentale garantire che tale brevettazione non ostacoli l'accesso equo a tali soluzioni. Brevetti che escludono le comunità più emarginate rischiano di perpetuare le disuguaglianze e di esacerbare la disperazione, esse curabili con altre speranze. D'altra parte, è importante riconoscere le sfide concrete che ostacolano la realizzazione della speranza in molte parti del mondo. Povertà, malattie, guerre e ingiustizie possono soffocare la speranza e impedire alle persone di immaginare un futuro migliore. In questo contesto, alcuni potrebbero vedere la brevettazione come un modo per incentivare l'innovazione e la ricerca di soluzioni a questi problemi.
Ecco alcuni spunti di riflessione aggiuntivi:
Chi definirebbe cosa è "brevettabile" in materia di speranza? Come si distinguerebbe la speranza autentica da mere illusioni o promesse vuote?
Chi avrebbe il potere di concedere e far rispettare tali
brevetti? Sarebbero governi, organizzazioni internazionali o aziende private?
Quali sarebbero le conseguenze per le culture e le
tradizioni locali che offrono già modi unici di coltivare e celebrare la
speranza?
mm
antroplogia della comunicazione.