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antropologia della costruzione collettiva del reale

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Partecipazione sociale e giustizia simbolica nell’epoca dell’ibrido: un’antropologia della costruzione collettiva del reale
 

INDICE

  • Introduzione: La partecipazione nel tempo ibrido
  • La partecipazione come pratica antropologica
  • Colonialismo simbolico e frode cognitiva
  • Partecipazione e giustizia cognitiva
  • Verso una partecipazione simbolica e temporale
  • Antropologia della velocità: Il colonialismo algoritmico
  • Conclusione: Dalla predazione all’agency
  • Bibliografia ragionata 
  •  NOTE A PIE’ PAGINA PER OGNI CAPITOLO
  • Glossario esoanso 

 

1. INTRODUZIONE: LA PARTECIPAZIONE NEL TEMPO IBRIDO

Se al bambino non insegni a leggere, lo adatti al tuo alfabeto.”” (nota 1)

La partecipazione sociale oggi non si esaurisce più nella dimensione politica o istituzionale: essa riguarda la capacità di ogni individuo e comunità di costruire, interpretare e modificare il proprio ambiente simbolico e tecnologico . In un contesto globalizzato e digitalmente interconnesso, dove biologico, tecnologico, economico e simbolico si fondono in nuove forme di vita, la partecipazione diventa una questione antropologica, epistemologica e politica .

L’antropologia, che ha sempre studiato la diversità culturale e i modi in cui le società si organizzano, deve oggi ripensare il proprio ruolo. Deve smettere di essere uno strumento per descrivere l’Altro e diventare un mezzo per restituire potenza simbolica alle comunità . Non solo osservare, ma accompagnare; non solo documentare, ma decostruire e reinventare.

Come scrive Stephen Jay Gould: “La teoria dell’evoluzione per selezione naturale è una spiegazione della diversità e dell’adattamento, non una legge universale del progresso inevitabile.” (nota 2)

Questa idea ci introduce al cuore della questione: la partecipazione non può fondarsi su gerarchie evolutive o narrazioni di superiorità, ma deve riconoscere la complessità storica, simbolica e relazionale delle culture.

2. LA PARTECIPAZIONE

COME PRATICA ANTROPOLOGICA

2.1. Costruire il reale insieme

Ogni cultura è un sistema interpretativo.”( Nota 3 ) — Clifford Geertz

La partecipazione non è un fenomeno recente né un privilegio delle democrazie moderne. Essa affonda le sue radici nella stessa natura umana : ogni cultura si costruisce attraverso narrazioni, rituali, decisioni collettive e scambi simbolici.

Bronisław Malinowski aveva ben chiaro che la conoscenza antropologica nasce dalla partecipazione osservante. Senza immersione attiva nella vita quotidiana, non c’è vera comprensione. Oggi, però, i codici simbolici non sono più solo quelli tradizionali – lingua, mito, rituale – ma includono quelli digitali: algoritmi, dati, interfacce. E qui emerge una nuova forma di esclusione: chi non sa leggere questi codici, viene automaticamente escluso dalla costruzione del reale contemporaneo .

 2.2. Dal consenso al conflitto

La cittadinanza non è solo un titolo giuridico, ma un insieme di diritti reali, capacità di agire e di farsi ascoltare.” — Étienne Balibar 8Nota  (nota 4)

 Non tutta la partecipazione è inclusiva. Molte forme di accesso sono formali, ma non sostanziali. La partecipazione efficace richiede visibilità, voce e sovranità simbolica. Chi non riesce a farsi vedere e riconoscere, chi non ha accesso ai linguaggi dominanti, chi non può modificare i sistemi che lo governano, partecipa solo in apparenza.

 3. COLONIALISMO SIMBOLICO E FRODE COGNITIVA

3.1. Nuovi alfabeti, vecchie logiche

La frode non è solo finanziaria: è un attacco alla percezione, un tentativo di ridefinire la realtà a vantaggio di chi detiene il codice.”(nota 5)

La metafora “Se al bambino non insegni a leggere, lo adatti al tuo alfabeto” illustra bene il meccanismo di esclusione strutturale che oggi si esprime attraverso le tecnologie digitali.

 Le piattaforme globali, gli algoritmi e i modelli di intelligenza artificiale non sono neutri. Sono progettati da specifici centri di potere (Silicon Valley, Shenzhen) e impongono grammatiche e logiche estranee a molte comunità. Questo processo è stato definito da alcuni studiosi come colonialismo algoritmico .

Come spiega Shoshana Zuboff :

 “Viviamo in un’economia di sorveglianza dove i dati vengono estratti per manipolare comportamenti, decisioni, desideri.

 3.2. Frode come pratica di assoggettamento

“La frode non è solo un crimine: è una strategia di controllo simbolico.” (Nota 6)

Un esempio drammatico è il caso di Hong Kong, dove una dipendente ha trasferito 25 milioni di euro dopo aver ricevuto una videochiamata falsa, con deepfake di dirigenti aziendali. Qui la frode non è solo finanziaria: è un attacco alla percezione , un tentativo di ridefinire la realtà a vantaggio di chi detiene il codice.

 Questo ci porta a una conclusione cruciale: la frode non è solo un crimine: è una strategia di controllo simbolico . E come tale, deve essere combattuta non solo con la tecnologia, ma con una pedagogia critica, una riappropriazione del sapere e una democratizzazione del linguaggio digitale.

 

4. PARTECIPAZIONE E GIUSTIZIA COGNITIVA

4.1. Democratizzare l’alfabeto digitale

“La partecipazione richiede capire come funzionano gli algoritmi, come vengono costruiti i dati, chi decide cosa è vero o falso.” (Nota 7)

 Come sostiene Arturo Escobar , dobbiamo smettere di pensare alle tecnologie come oggetti neutri. Esse sono forme di vita , che plasmano culture, identità, relazioni. Una partecipazione autentica richiede dunque la possibilità di ridefinire i codici , non solo di usarli.

Esempi interessanti si trovano in alcune comunità indigene in Bolivia, dove si reinterpretano le tecnologie digitali attraverso la logica del ch’ixi – una tessitura di verità e finzione. Oppure in Africa subsahariana, dove pratiche hacker sfidano le infrastrutture digitali globali con soluzioni locali.

 4.2. Tecnologie conviviali

“Le tecnologie dovrebbero permettere a tutti di partecipare alla produzione di beni e significati, invece di monopolizzarne l’accesso.”— Ivan Illich  (Nota 8)

Richiamando Ivan Illich, il concetto di convivialità tecnologica suggerisce che le tecnologie dovrebbero permettere a tutti di partecipare alla produzione di beni e significati, invece di monopolizzarne l’accesso. Oggi, però, molte tecnologie digitali tendono a centralizzare il potere, anziché distribuirlo.

La partecipazione richiede allora una progettazione decentralizzata e culturalmente sensibile , volta a creare strumenti che rispettino i ritmi locali , le grammatiche simboliche e le specificità dell’organizzazione sociale. Tecnologie capaci di non imporre un unico alfabeto universale, ma di lasciare spazio alla pluralità dei codici, delle pratiche e delle visioni del mondo

 

5. VERSO UNA PARTECIPAZIONE SIMBOLICA E TEMPORALE

5.1. Sovranità sul tempo

La partecipazione richiede di ritrovare il controllo sui propri ritmi – sia fisici che simbolici.”

Viviamo in un’epoca dominata dal tempo algoritmico – operatività 24/7, accelerazione infinita, obsolescenza programmata. Un tempo che non tiene conto dei ritmi biologici, delle pause rituali, delle stagioni culturali.

Come ha scritto Arjun Appadurai , viviamo in un’era di “tempo accelerato”, dove i processi decisionali avvengono in pochi secondi, ma le conseguenze durano anni. La partecipazione richiede dunque di ritrovare il controllo sui propri ritmi – sia fisici che simbolici. (Nota 9)

Serve creare spazi protetti di riflessione e decisione , contrastare la tirannia della velocità, valorizzare le pratiche lente, inclusive, dialogiche. Solo così si può garantire una partecipazione democratica e sostenibile.

 5.2. Iconoclastia e reinvenzione simbolica (Nota 10)

“La partecipazione non è solo azione: è riscrittura del reale.”

Possimo domandarci se liberare la partecipazione significa anche liberare i simboli . Molti gruppi oggi praticano una forma di iconoclastia digitale – sovvertendo loghi, meme, immagini dominanti per ridare voce a culture silenziate.

Pensiamo all’uso di deepfake per ribaltare stereotipi razziali o sessuali. O alle pratiche artistiche che reinterpretano i simboli coloniali in chiave critica. La partecipazione non è solo azione: è riscrittura del reale .

 
6. ANTROPOLOGIA DELLA VELOCITÀ: IL COLONIALISMO ALGORITMICO

6.1. Dissonanza temporale

“Il cervello umano non è adattato a processare rischi in nanosecondi.” 

—  osservazione

La frode si basa su un’asimmetria evolutiva: il tempo umano (ritmi biologici di vigilanza) e il tempo algoritmico (operatività 24/7) non sono sincronizzati. Questa discrepanza rende possibile la frode cognitiva.

 6.2. Geopolitica dell’infrastruttura

“Adotta il nostro sistema o sei escluso, senza trasferire strumenti di autodifesa.” 

— analisi

SEPA e FedNow non sono solo protocolli tecnici: sono nuovi strumenti di dominio simbolico . Le economie emergenti adottano standard occidentali senza disporre degli strumenti difensivi necessari, subendo tassi di frode molto elevati. (Nota 11)

 6.3. Democrazia digitale mascherata

“Il ‘logo’ della democrazia digitale maschera asimmetrie: server Facebook in Svezia che gestiscono dati congolesi.”

—  riflessione

La cosiddetta “democrazia digitale” riproduce la logica missionaria: “Vi diamo gli strumenti per essere liberi (secondo i nostri parametri)”. (Nota 12)

 
7. CONCLUSIONE: DALLA PREDAZIONE ALL’AGENCY

“Insegnare a leggere la complessità, non imporre l’alfabeto del dominatore: questa è la rivoluzione antropologica del XXI secolo.” (Nota 13)

La partecipazione non è accesso: è costruzione condivisa del reale. L’antropologia non deve più solo descrivere, ma decostruire, reinventare e accompagnare l’evoluzione umana nel pieno riconoscimento della sua complessità storica e simbolica.

 
8. BIBLIOGRAFIA RAGIONATA

Opere utilizzate:

 

ANTROPOLOGIA & CRITICA POSTCOLONIALE

Arturo Escobar , Designs for the Pluriverse – Approccio postcapitalista e pluriversale alla tecnologia.

Clifford Geertz , The Interpretation of Cultures – Fondamenti della visione simbolica della cultura.

Arjun Appadurai , Modernity at Large – Sul tempo accelerato e la mobilità globale.

DIGITAL HUMANITIES & TECHNOLOGY STUDIES

Shoshana Zuboff , The Age of Surveillance Capitalism – Critica al capitalismo della sorveglianza.

Kate Crawford , Atlas of AI – Analisi geopolitica e materiale dell’intelligenza artificiale.

Luciana Parisi , Contagious Architecture – Sulle strutture algoritmiche e il loro impatto sulla soggettività.

FILOSOFIA POLITICA & DEMOCRAZIA

Étienne Balibar , We, the People of Europe? – Sulla cittadinanza e i limiti della rappresentanza.

Chantal Mouffe , For a Left Populism – Per una partecipazione radicale e agonistica.

Judith Butler , Framing Justice – Sull’importanza del riconoscimento simbolico.

EPISTEMOLOGIA & TEMPO

Stephen Jay Gould , The Mismeasure of Man – Critica alle gerarchie evolutive.

Isabelle Stengers , Cosmopolitics – Sull’etica della conoscenza e la costruzione del reale.

Bruno Latour , _An Inquiry into Modes of Existence* – Ricostruzione ontologica del mondo moderno.



1. NOTE A PIE’ PAGINA PER OGNI CAPITOLO

Capitolo 1 – Introduzione: La partecipazione nel tempo ibrido

  • “Se al bambino non insegni a leggere, lo adatti al tuo alfabeto.”  Nota 1: Questa metafora è stata reinterpretata da Judith Butler e Paulo Freire come critica all’imposizione pedagogica unidirezionale. Essa si applica oggi anche al contesto digitale, dove l'alfabetizzazione non è neutra ma strumento di potere simbolico. Cfr. J. Butler, Framing Justice , University of California Press, 2009; P. Freire, Pedagogia degli oppressi , La Nuova Italia, 1973.
  •  “La teoria dell’evoluzione per selezione naturale è una spiegazione della diversità e dell’adattamento, non una lege universale del progresso inevitabile.” Nota 2: Citazione integrale da Stephen Jay Gould, The Mismeasure of Man , W. W. Norton & Company, 1981, p. 38. Gould sottolinea più volte il rischio di trasformare la descrizione scientifica in narrazione teleologica.


Capitolo 2 – La partecipazione come pratica antropologica

  • “Ogni cultura è un sistema interpretativo. Nota 3: Da Clifford Geertz, The Interpretation of Cultures , Basic Books, 1973, p. 5. L’autore introduce il concetto di "thick description", centrale nell’etnografia interpretativa. 
  • “La cittadinanza non è solo un titolo giuridico, ma un insieme di diritti reali, capacità di agire e di farsi ascoltare.”Nota 4: Étienne Balibar, We, the People of Europe? , Stanford University Press, 2004, pp. 102–103. Balibar distingue tra cittadinanza formale e sostanziale, sottolineando le disuguaglianze strutturali nella rappresentanza.
 

Capitolo 3 – Colonialismo simbolico e frode cognitiva

  • “Viviamo in un’economia di sorveglianza dove i dati vengono estratti per manipolare comportamenti, decisioni, desideri.” Nota 5: Shoshana Zuboff, The Age of Surveillance Capitalism , PublicAffairs, 2019, p. 8. Zuboff conia il termine “surveillance capitalism” per descrivere questa nuova economia centrata sul controllo predittivo.
  •  “La frode non è solo finanziaria: è un attacco alla percezione. Nota 6: er un'analisi psicologica delle frodi cognitive, cfr. D. Kahneman, Thinking, Fast and Slow , Farrar, Straus and Giroux, 2011, pp. 45–67. Gli studi sulle bias cognitive mostrano come le truffe mirino ai meccanismi automatici del cervello.

 

Capitolo 4 – Partecipazione e giustizia cognitiva

  • “Le tecnologie dovrebbero permettere a tutti di partecipare alla produzione di beni e significati, invece di monopolizzarne l’accesso.” Nota 7: Ivan Illich, Tools for Conviviality , Harper & Row, 1973, pp. 27–29. Illich sviluppa qui il concetto di convivialità tecnologica, come alternativa alle strutture gerarchiche di controllo. 
  • “Tecnologie che non impongano un unico alfabeto, ma lascino spazio alla pluralità.” Nota 8: Richiamo al concetto di pluriverso di Arturo Escobar, Designs for the Pluriverse , Duke University Press, 2018. Egli propone una visione postcapitalista e polifonica della tecnologia.

 

Capitolo 5 – Verso una partecipazione simbolica e temporale

  • “Il cervello umano non è adattato a processare rischi in nanosecondi.” Nota 9: Per uno studio neurocognitivo sui limiti percettivi umani nel contesto digitale, cfr. D. Kahneman, op. cit. , p. 124. Si veda anche A. Clark, Surfing Uncertainty , Oxford University Press, 2016. 
  • “Server Facebook in Svezia che gestiscono dati congolesi.”Nota 10: Per un'analisi geopolitica delle infrastrutture digitali, cfr. N. Couldry e U. Mejias, The Costs of Connection , Stanford University Press, 2019. Essi parlano di “data colonialism”.

 

Capitolo 6 – Antropologia della velocità: Il colonialismo algoritmico

  • “SEPA e FedNow non sono solo protocolli tecnici: sono nuovi strumenti di dominio simbolico.” Nota 11: Per un'anali si critica dei protocolli finanziari globali, cfr. BIS (Bank for International Settlements), Annual Economic Report , 2023. In particolare il capitolo su “Digital Finance and Emerging Markets”.
  •  Deepfake vocali in dialetto locale per bypassare diffidenze culturali.” Nota 12: Per uno studio sui deepfake linguistici, cfr. R. Shumailov et al., “Deceiving AI Systems with Adversarial Examples”, in Proceedings of the IEEE Conference on Computer Vision and Pattern Recognition , 2020.

 

Capitolo 7 – Conclusione: Dalla predazione all’agency

  • “Insegnare a leggere la complessità, non imporre l’alfabeto del dominatore. Nota 13: Citazione riformulata da Paulo Freire, Pedagogia degli oppressi , op. cit., p. 72. Freire critica il modello “banco della conoscenza” e promuove una pedagogia dialogica.





 

2. GLOSSARIO ESPANSO

Glossario tematico ampliato , che include termini tecnici, filosofici, antropologici e digitali utili per comprendere meglio il testo.

  •  Alfabetizzazione digitale

Capacità di comprendere, utilizzare e modificare strumenti tecnologici; va oltre l’uso passivo delle piattaforme.

  • Colonialismo algoritmico

Estensione storica del colonialismo attraverso l’imposizione di codici, dati e infrastrutture digitali progettati da centri di potere globali.

  • Convivialità tecnologica

Concetto elaborato da Ivan Illich, secondo cui le tecnologie devono favorire l’autonomia e la creatività collettiva, anziché centralizzare il controllo.

  • Deepfake

Tecnologia basata sull’intelligenza artificiale che genera contenuti audiovisivi falsi e convincenti, usati per frode o manipolazione.

  • Frode cognitiva

Manipolazione simbolica mirata a destabilizzare la fiducia nelle relazioni sociali e nella realtà stessa, spesso tramite deepfake o IA generativa.

  • Giustizia simbolica

Equità nell’accesso ai linguaggi, ai codici e alla rappresentazione culturale; condizione necessaria per una partecipazione autentica.

  • Iconoclastia digitale

Pratica di sovversione simbolica operata da comunità marginalizzate, che ridefiniscono o distruggono simboli digitali dominanti (es. loghi, meme).

  • Metafora evolutiva

Applicazione dei principi darwiniani (adattamento, selezione) a fenomeni culturali, storici o politici, talvolta in modo distorto.

  • Ortogenesi

Teoria evoluzionistica del XIX secolo, ormai superata, che ipotizzava una direzione unilineare dell’evoluzione verso forme sempre più “perfette”.

  • Pluriverso

Concetto introdotto da Arturo Escobar, che indica una visione del mondo multipolare, non eurocentrica, che accetta la coesistenza di molteplici cosmologie e pratiche.

  • Relativismo culturale

Metodo antropologico introdotto da Franz Boas, che sostiene che nessuna cultura è superiore alle altre e che ogni società deve essere compresa nel proprio contesto.

  • Sovranità simbolica

Capacità di una comunità di definire autonomamente i propri simboli, codici e narrazioni, senza subire imposizioni esterne.

  • Tempo ibrido

Intreccio tra tempo biologico, temporali culturali e velocità algoritmica che caratterizza il mondo contemporaneo.

  • Data colonialism

Espressione coniata da Couldry e Mejias per indicare la riproduzione del colonialismo attraverso l’estrazione sistematica di dati personali e culturali.

  • Tecnopolitica

Studio delle interazioni tra tecnologia e potere, con particolare attenzione alle dinamiche di controllo, resistenza e parteci

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