© Collage: «La Voce della Russia»
|
Gli scienziati americani sono sicuri: l’uomo non è stato creato dal lavoro ma dal clima. Hanno infatti creato un “calendario climatico” dell’umanità, per il quale l’evoluzione è stata favorita da cinque rapidi cambiamenti climatici nel corso degli ultimi 200 mila anni. Gli scienziati russi stanno valutando l’attendibilità di queste conclusioni.
I ricercatori americani ritengono che i “rapidissimi” (per i parametri geologici) mutamenti climatici abbiano accelerato l’evoluzione umana. La necessità di adattarsi alle nuove condizioni ha reso più veloce lo sviluppo del cervello e dell’andatura eretta, nonché la comparsa di strumenti di lavoro e così via. A sostegno della propria teoria gli scienziati portano il fatto che i disordini ecologici combacino proprio con il periodo in cui in un dato territorio siano comparsi i primi antenati dell’uomo capaci di usare dei primitivi strumenti di lavoro.
Le opinioni degli esperti su questo tema sono divise. L’antropologo sociale Aleksandr Kazankov ritiene che la teoria climatica sia ormai la tendenza dominante nella scienza a livello universitario:
L’Homo sapiens sapiens è nato proprio in queste condizioni. E’ un fatto dimostrato. I cambiamenti climatici vengono studiati soprattutto attraverso l’analisi del contenuto di isotopi, da cui si evince che il clima prende l’uomo “a calci nel sedere” e in seguito a ciò quest’ultimo inizia a evolversi. Quando il clima cambia all’improvviso, l’evoluzione fa dei balzi in avanti.
L’esperto è sicuro che proprio grazie ai mutamenti climatici gli antenati dell’uomo si sia staccato dai suoi predecessori più di 100 mila anni fa. I cambiamenti di clima costrinsero i primi uomini a spargersi prima per l’Africa, che molti scienziati ritengono la culla dell’umanità, e poi a migrare verso gli altri contienti.
Tuttavia, la teoria del clima ha numerosi oppositori. Il paleoantropologo Aleksandr Belov crede che il fattore climatico sia importante, ma non determinante. Le scoperte fatte in continenti diversi, specialmente quelle degli ultimi tempi, non rientrano in nessuna delle teorie esistenti. Inoltre, per adesso è quasi impossibile stabilire una continuità tra le diverse forme antiche di uomo, per poter ricostruire in modo più o meno affidabile la storia dell’umanità:
E’ difficile individuare la continuità tra le varie forme: il primo Homo sapiens è rappresentato da forme che vissero 130-200 mila anni fa in Africa, e che non vanno molto d’accordo сon quelle non antropiche, i Cro Magnon, che vissero 54-50 mila anni orsono in Africa, Europa, Asia e Australia. La continuità tra questi due gruppi – il sapiens antico e il sapiens sapiens è molto complicata da stabilire: probabilmente, essa non sussiste .
Le nuove scoperte archeologiche, secondo le parole dello scienziato, costringerebbero il mondo scientifico a cambiare continuamente il punto di vista sulla comparsa dell’uomo e sulla sua evoluzione. Secondo Aleksandr Belov, nessuna delle ipotesi attuali è in grado di spiegare tutti i ritrovamenti, mentre non si riesce a inserire in nessun posto gli artefatti scoperti nella scala evolutiva. Al contrario si verifica talvolta un processo denominato “evoluzione inversa”, di diminuzione del cervello. Letteralmente, il cervello del Cro Magnon superava di 300 centimetri cubi il cervello dell’uomo moderno. Probabilmente occorrono all’uomo nuovi fondamenti filosofici, dice Aleksandr Belov:
Non abbiamo la certezza che sia avvenuto così oppure in un’altra maniera. E’ evidente che non abbiamo sufficienti nozioni su questo tema. Mancano proprio le nozioni fattuali, quelle archeologiche o antropologiche, e persino gli ideali e le teorie filosofiche: il darwinismo infatti non è altro che un’ideologia. Però non esiste una teoria alternativa. Esiste il creazionismo, ma esso non è basato sui fatti ma su idee religiose. In definitiva, si è creato un vuoto. Serve un’idea che possa spiegare i nuovi fatti, i nuovi ritrovamenti.
A volte, il biologico non combacia con il culturale e il climatico. E possibile che non siano fattori esterni, ma altre particolarità contenute nella genetica dell’uomo, a determinare la sua evoluzione o il suo degrado. Sembra che per il momento la scienza stia accumulando nuovi materiali. Coloro che desiderano sapere la verità su ciò che accadde ai nostri antenati, devono aspettare finchè per la legge della dialettica la quantità non si trasformi in qualità.