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Antropologia del cruscotto

Antropologia del cruscotto: dal contagiri all’etica



L’automobile come specchio della modernità liquida (Tra archetipi culturali e algoritmi quantistici)



Ø  L'auto come dispositivo mitopoietico.

La Fiat 128 di Rino Gaetano, la "Torpedo Blu" di Gaber, il Maggiolino di Ligabue: nell’immaginario italiano, l’auto trascende la meccanica per diventare metafora della condizione esistenziale. Questo processo di sacralizzazione - ciò che Mircea Eliade chiamerebbe ierofania - trova nel Festival di Sanremo il suo rito laico.

Qui, tra strofe e refrain, si compie l’alchimia definitiva: l’oggetto industriale diventa narrazione collettiva, strumento di coesione sociale ma anche di rimozione. Le case automobilistiche finanziano i sogni, la politica li amministra, il pubblico li consuma cantando. Un circolo perfetto dove l’ingenuità è solo apparente: siamo tutti co-autori consapevoli di questa mitologia a quattro ruote.

La doppia elica del progresso: sangue e silicio

Mentre l’Occidente canta nostalgie petrolifere, la Cina scrive il nuovo capitolo dell’antropologia automobilistica. Il caso DeepSeek è emblematico: quel cockpit trasformato in ecosistema cognitivo attraverso NLP e biometrie vocali non è mera evoluzione tecnica. È archeologia del domani, sperimentazione di un nuovo patto uomo-macchina dove:

Il volante diventa interfaccia biopolitica (analisi del tono vocale, stress metabolico).

Il cruscotto si trasforma in dashboard quantistica (elaborazione predittiva del traffico globale).

Il paradosso fondativo: questa rivoluzione avviene nello stesso Paese che costruisce città-fantasma, dimostrando come l’innovazione tecnologica possa coesistere con deserti di senso.

Il paradosso quantistico: algoritmi vs inerzie sistemiche, la computazione quantistica promette di ottimizzare le supply chain globali e dissolvere l’opacità dei dazi. Il potenziale della computazione quantistica nel risolvere problemi di complessità inedita rappresenta oggi un fronte di ricerca di straordinario interesse. In prospettiva, questa tecnologia potrebbe addirittura offrire strumenti innovativi per affrontare sfide sistemiche globali, come l’opacità dei regimi doganali e le distorsioni protezionistiche. Attualmente, il commercio internazionale è infatti alla ricerca di modelli operativi che coniughino efficienza algoritmica e trasparenza radicale degli scambi. Tuttavia, il percorso verso l’implementazione globale di sistemi doganali realmente interconnessi, prevedibili e privi di asimmetrie informative rimane irto di ostacoli. La sfida non è tanto tecnologica quanto geo-politica: l’armonizzazione richiederebbe un coordinamento senza precedenti tra framework normativi nazionali, oltre a ingenti investimenti infrastrutturali e soprattutto il superamento di interessi contrapposti. Non a caso, questa riconfigurazione del multilateralismo commerciale viene spesso definita il "Santo Graal" della governance economica globale.

Eppure, mentre i qubit annullano le distanze, i confini geopolitici si irrigidiscono. L’auto-tecnologia svela l’antinomia:

Asse verticale: catene di montaggio (Gaetano) vs fabbriche di algoritmi

Asse orizzontale: protezionismi nazionali vs reti neurali transnazionali

Quel "Santo Graal" della governance globale appare sempre più come un oggetto impossibile - desiderato perché irraggiungibile, necessario perché utopico.

Antropologia del cruscotto: dal contagiri all’etica

Il cruscotto delle nuove auto cinesi:Con i suoi ologrammi e sensori biometrici - è la perfetta allegoria della nostra epoca.

Quadranti analogici: Memoria della materialità (odore di cuoio, vibrazioni del motore.

Display quantistici: Promessa di un futuro computazionale (dati ambientali in entanglement).

In questo spazio liminale, l’automobilista del 2025 vive una schizofrenia controllata: e prega ancora la dea Velocità senza comprendere il tempo,  mentre delega alla macchina la gestione del rischio.

Per una fenomenologia della svolta , l’auto sopravviverà alla sua obsolescenza solo se saprà diventare una palestra di democrazia tecnologica (open API per i sistemi di guida) Laboratorio di neo-umanesimo (interfacce che potenziano, non sostituiscono). Terminale di giustizia algoritmica (blockchain per tracciare minerali rari).

Il vero motore del futuro non sarà elettrico, ma etico-politico. Perché ogni rivoluzione tecnologica, in fondo, è sempre un colpo di stato dell’immaginazione.

-mm-